Crocevia di culture, in bilico fra oriente e occidente, la Bosnia porta ancora le cicatrici della guerra sebbene siano passati ormai 20 anni. Il borgo medievale di Mostar e il suo ponte, sono diventati un simbolo della distruzione e della resurrezione di questa piccola nazione e del suo popolo, che più altri ha sofferto soprattutto per la frattura culturale che vive quotidianamente (sul territorio convivono in quasi egual misura musulmani e cristiani – questi ultimi divisi in cattolici e ortodossi).
Ad un primo impatto la città vecchia sembra una Disneyland ad uso e consumo dei turisti: è tutto così bianco, nuovo e perfetto, con le botteghe che allineano le merci lungo la via… Ma arrivati al ponte il chiasso da bazar scompare e Mostar rivela tutto il suo fascino con le rive punteggiate di campanili e minareti, che si mischiano e confondono, e al centro la Neretva color smeraldo.

E quindi cosa è possibile acquistare? Addentrandovi nelle strette vie della città vecchia troverete un po’ di tutto: tappeti, monili, pellami, tele e tappezzerie, intagliatori di legno, vetri, ed anche narghilè e lampade di Aladino! Preparatevi ad un’ardua ricerca fra paccottiglia varia, in negozietti del tutto simili gli uni agli altri… Ho pensato e ripensato a come impostare questo articolo e credo seguirò il percorso come una passeggiata, da occidente a oriente.
Imboccata l’area pedonale e superata la piazzetta, dove troverete l’ufficio informazioni per i turisti, vi accorgerete subito perché quest’area è chiamata “il vecchio bazar”, i negozi all’interno sono piccoli e tutta la merce viene esposta sulla strada. Molte delle botteghe nascondono dei veri e propri laboratori artigianali, come la giovane ragazza che gestisce un negozio poco oltre la piazza, che sferruzza scarpine per neonati fra un cliente e l’altro – le riproduzioni delle All Stars sono tenerissime! Oppure il gioielliere sulla destra del bar Marshall, che crea monili in rame molto belli dai tagli moderni e minimalisti. E’ l’unico ad avere dei pezzi originali, i prezzi per quanto più cari degli altri sono abbordabili – bracciali intorno ai 20€ e orecchini sui 10€.



Proseguendo verso il famoso ponte troverete i posti migliori per l’acquisto di bijoux. Dai gioielli in rame smaltato – fermatevi alla prima bottega dopo il ristorante Sadrvan, la proprietaria oltre ad essere incredibilmente gentile ha buon gusto e se volete abbinare orecchini e braccialetti vi aiuterà di buon grado – a prodotti in puro stile orientale, dalle montature importanti talvolta in argento e pietre dure.


Attraversato il ponte immergetevi nel lato turco della città. Siamo nella Kujundziluk, o via degli orefici, da questo lato del fiume si possono acquistare a buoni prezzi articoli di pelletteria, ceramiche, vetri e tessuti. Divertitevi a curiosare fra le pile di cuscini e pashmine o sulle mensole sovraccariche di oggetti di ogni tipo, e come nella migliore tradizione sentitevi anche liberi di contrattare! Se cercate un souvenir originale da portare a casa vi suggerisco penne, portachiavi e piccoli soprammobili fatti con i vecchi proiettili.
Se siete invece alla ricerca dei tappeti poco prima della Moschea del pascià Koski Mehmed c’è una piazzetta, dove fra un’argenteria e un ristorante sono appesi tappeti di tutte le fogge e misure – difficile non trovare quello che fa al caso vostro!



Il cortile dell’antica moschea ospita un interessante negozio (il primo sotto i portici appena entrati)per comprare abbigliamento: camicie di foggia orientale, gonne lunghe e vestiti fantasia o bianchi, alcuni ricamati a mano. Nella piazza affacciata sul fiume, poco oltre le mura della moschea, si tiene ogni giorno un mercato, dove acquistare prodotti agricoli, vini e liquori della zona; se siete fortunati potreste trovare anche qualche anziana signora che propone su bancarelle improvvisate vecchi abiti, cimeli militari e qualche oggetto casalingo che potremmo definire vintage. L’antica strada degli orefici è finita, è ora di tornare indietro o di proseguire sulla strada commerciale moderna o Brace Fejica – più interessante dal punto di vista turistico, fra negozi “moderni”, bar ed edifici che ancora portano le tracce della guerra.

